Il Lazio è una regione che ancora riesce a sorprenderci, testimoni ne sono alcuni luoghi che forse non tutti ancora conoscono. Durante i nostri viaggi, soprattutto in quelli nel Lazio, riusciamo spesso a scovare chicche o per meglio dire, delle perle nascoste che questa splendida regione ha.
Hai mai visto un ninfeo? Beh, proprio nel Lazio, fino ad oggi, ne abbiamo visti 3, uno più bello dell’altro!
Difatti in questo articolo ti vogliamo parlare proprio di 3 antichi e misteriosi ninfei presenti nel Lazio, ti raccontiamo dove si trovano e ti diamo tutte le informazioni utili per visitarli.
Ma prima facciamo un po' di chiarezza.
Durante le nostre gite fuori porta nel Lazio meno conosciuto abbiamo avuto il piacere di scoprire alcuni siti tanto misteriosi e con una lunga storia alle loro spalle.
Un ninfeo è essenzialmente un luogo dove in passato le persone oziavano e trovavano riparo dal caldo estivo.
Spesso avevano delle grandi vasche e delle fontane monumentali che li rendevano esteticamente piacevoli ed erano anche dei luoghi sacri dedicati alle ninfe, ossia delle divinità benevole. Venivano realizzati in luoghi di natura rigogliosa, lontani dal caos.
Hanno origini molto lontane, alcune fonti le attribuiscono sia ai romani sia al popolo greco. Sono prestigiose opere di architettura molto suggestive per chi le visita ed è stupefacente pensare a come dovevano essere in origine.
Il primo ninfeo di cui ti parliamo è quello di Egeria. Si trova a Roma all’interno della Valle della Caffarella, un polmone verde del Parco Regionale dell’Appia Antica.
È un sito ammaliante soprattutto perché chi arriva in questo parco per la prima volta, non si aspetta di certo di ammirare un luogo del genere a cielo aperto e soprattutto dentro un parco!
Ancora più bello quando le sue acque si dipingono di uno di strato verde e, trovandosi in una zona ricca anche di specie animali, è stupendo potersi fermare per qualche istante ed ammirare questo luogo magico dove nuotano anatre e volatili presenti nel parco.
La sua storia è complessa in quanto si suppone che appartenesse ad Erode Attico (II sec. d.C.), ma si parla di lui anche grazie a Numa Pompilio e al suo amore per la ninfa Egeria.
Questo luogo sacro rievoca una grotta e alcune ricostruzioni mostrano quanto un tempo fosse ampio. Per vederlo si passa lungo una passerella metallica che permette di affacciarsi verso la nicchia centrale del ninfeo.
Questo è il ninfeo più sorprendente che abbiamo visto. Si trova a Roma in via degli Annibaldi di fronte al Colosseo. Si hai letto bene.
Si trova proprio a due passi dall’Anfiteatro Flavio, una gemma nascosta e davvero poco conosciuta della città eterna.
Il ninfeo degli Annibaldi è qualcosa di meraviglioso, si entra in una piccola porticina e si scende con una scala a chiocciola a circa di 10 metri di profondità.
Sembra di entrare in un passaggio segreto, un gioiello sepolto che probabilmente faceva parte di una dimora aristocratica.
Risale tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C e la sua scoperta è datata nel 1895 quando emerse durante ai lavori su via degli Annibaldi.
Una volta scesi nelle viscere di Roma, abbiamo potuto ammirare bellissimi mosaici in pietra, conchiglie ed altri materiali che formano parte delle pareti del ninfeo.
Per visitarlo leggi questo articolo sul Ninfeo degli Annibaldi.
Nel frattempo se cerchi un luogo per dormire,
consulta qui le strutture disponibili a Roma.
Ultimo, ma non per bellezza, ti consigliamo una visita al ninfeo del Bramante, decisamente il più imponente che abbiamo visto. Si trova a Genazzano in provincia di Roma immerso nella natura. Sembra quasi che il verde prima o poi finisca per inghiottirlo.
Questo ninfeo ha una storia singolare, è un complesso architettonico risalente al secolo XVI ed attribuito al noto Donato Bramante da cui prende il nome. I 5 fori nelle archivolte come gli l’ornamenti a conchiglia erano in effetti motivi usati proprio dal Bramante e dai suoi allievi. È un’opera che porta a galla la classicità romana e quella rinascimentale ma seppur glorioso nella sua ampiezza, sembra che questo ninfeo subì degli errori nella sua progettazione. Difatti alcuni studiosi ne hanno appurato la poca solidità nella sua struttura, rendendo l’edificazione complessa e soprattutto realizzandola in più fasi.
Da quel che sembra non venne mai terminato, dai progetti e dal suo aspetto ricorda degli spazi termali. Nel tempo venne abbandonato e lasciato al suo destino. Per visitarlo puoi scendere dalla strada che parte dal centro del paese o da via Pasolini. Se te lo stai chiedendo si, è gratuito.
Speriamo di averti fatto scoprire qualcosa di nuovo ed averti stupito con la bellezza e con il passato antico che possiamo trovare nel Lazio.
Al prossimo giro!
In questo articolo sono presenti link affiliati. Prenotando un’esperienza da noi suggerita tramite link, accuratamente selezionata e/o di cui abbiamo usufruito in prima persona, contribuirai a sostenere il nostro progetto Giroilmondoingiro, senza che a te comporti alcuna maggiorazione sul prezzo.
Consigliamo sempre di leggere bene le condizioni di acquisto di ogni attività/biglietto/esperienza ed altro.
Il Lazio è una regione che ancora riesce a sorprenderci, testimoni ne sono alcuni luoghi che forse non tutti ancora conoscono. Durante i nostri viaggi, soprattutto in quelli nel Lazio, riusciamo spesso a scovare chicche o per meglio dire, delle perle nascoste che questa splendida regione ha.
Hai mai visto un ninfeo? Beh, proprio nel Lazio, fino ad oggi, ne abbiamo visti 3, uno più bello dell’altro!
Difatti in questo articolo ti vogliamo parlare proprio di 3 antichi e misteriosi ninfei presenti nel Lazio, ti raccontiamo dove si trovano e ti diamo tutte le informazioni utili per visitarli.
Ma prima facciamo un po' di chiarezza.
Durante le nostre gite fuori porta nel Lazio meno conosciuto abbiamo avuto il piacere di scoprire alcuni siti tanto misteriosi e con una lunga storia alle loro spalle.
Un ninfeo è essenzialmente un luogo dove in passato le persone oziavano e trovavano riparo dal caldo estivo.
Spesso avevano delle grandi vasche e delle fontane monumentali che li rendevano esteticamente piacevoli ed erano anche dei luoghi sacri dedicati alle ninfe, ossia delle divinità benevole. Venivano realizzati in luoghi di natura rigogliosa, lontani dal caos.
Hanno origini molto lontane, alcune fonti le attribuiscono sia ai romani sia al popolo greco. Sono prestigiose opere di architettura molto suggestive per chi le visita ed è stupefacente pensare a come dovevano essere in origine.
Il primo ninfeo di cui ti parliamo è quello di Egeria. Si trova a Roma all’interno della Valle della Caffarella, un polmone verde del Parco Regionale dell’Appia Antica.
È un sito ammaliante soprattutto perché chi arriva in questo parco per la prima volta, non si aspetta di certo di ammirare un luogo del genere a cielo aperto e soprattutto dentro un parco!
Ancora più bello quando le sue acque si dipingono di uno di strato verde e, trovandosi in una zona ricca anche di specie animali, è stupendo potersi fermare per qualche istante ed ammirare questo luogo magico dove nuotano anatre e volatili presenti nel parco.
La sua storia è complessa in quanto si suppone che appartenesse ad Erode Attico (II sec. d.C.), ma si parla di lui anche grazie a Numa Pompilio e al suo amore per la ninfa Egeria.
Questo luogo sacro rievoca una grotta e alcune ricostruzioni mostrano quanto un tempo fosse ampio. Per vederlo si passa lungo una passerella metallica che permette di affacciarsi verso la nicchia centrale del ninfeo.
Questo è il ninfeo più sorprendente che abbiamo visto. Si trova a Roma in via degli Annibaldi di fronte al Colosseo. Si hai letto bene.
Si trova proprio a due passi dall’Anfiteatro Flavio, una gemma nascosta e davvero poco conosciuta della città eterna.
Il ninfeo degli Annibaldi è qualcosa di meraviglioso, si entra in una piccola porticina e si scende con una scala a chiocciola a circa di 10 metri di profondità.
Sembra di entrare in un passaggio segreto, un gioiello sepolto che probabilmente faceva parte di una dimora aristocratica.
Risale tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C e la sua scoperta è datata nel 1895 quando emerse durante ai lavori su via degli Annibaldi.
Una volta scesi nelle viscere di Roma, abbiamo potuto ammirare bellissimi mosaici in pietra, conchiglie ed altri materiali che formano parte delle pareti del ninfeo.
Per visitarlo leggi questo articolo sul Ninfeo degli Annibaldi.
Nel frattempo se cerchi un luogo per dormire,
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Ultimo, ma non per bellezza, ti consigliamo una visita al ninfeo del Bramante, decisamente il più imponente che abbiamo visto. Si trova a Genazzano in provincia di Roma immerso nella natura. Sembra quasi che il verde prima o poi finisca per inghiottirlo.
Questo ninfeo ha una storia singolare, è un complesso architettonico risalente al secolo XVI ed attribuito al noto Donato Bramante da cui prende il nome. I 5 fori nelle archivolte come gli l’ornamenti a conchiglia erano in effetti motivi usati proprio dal Bramante e dai suoi allievi. È un’opera che porta a galla la classicità romana e quella rinascimentale ma seppur glorioso nella sua ampiezza, sembra che questo ninfeo subì degli errori nella sua progettazione. Difatti alcuni studiosi ne hanno appurato la poca solidità nella sua struttura, rendendo l’edificazione complessa e soprattutto realizzandola in più fasi.
Da quel che sembra non venne mai terminato, dai progetti e dal suo aspetto ricorda degli spazi termali. Nel tempo venne abbandonato e lasciato al suo destino. Per visitarlo puoi scendere dalla strada che parte dal centro del paese o da via Pasolini. Se te lo stai chiedendo si, è gratuito.
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Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Tutti i diritti riservati | Creato da GIROILMONDOINGIRO
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